Il vicepremier Matteo Salvini annuncia la fine del redditometro: ecco come cambiano le politiche fiscali in Italia.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il superamento definitivo del redditometro. La notizia è stata annunciata dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, che ha definito questo cambiamento una “grande vittoria grazie alla Lega“.
L’annuncio di Matteo Salvini
“Stop al Grande Fratello Fiscale! Approvato in Consiglio dei Ministri il superamento definitivo del redditometro, uno strumento intrusivo di un fisco nemico di cittadini e lavoratori che, da oggi, farà finalmente parte del passato“, ha dichiarato Salvini in un post su X, come riportato dall’Ansa.
Il viceministro ha, inoltre, sottolineato che l’abolizione del redditometro rappresenta un importante passo avanti per le garanzie dei cittadini.
“Lasciamo lavorare gli italiani perbene, assicurando che ad essere individuati e puniti – senza sconti – siano coloro che non hanno mai dichiarato niente. Una misura di buonsenso, bene così!”, conclude.
Cosa significa l’addio al redditometro
Il redditometro era stato introdotto per la prima volta nel 2010, rivisto successivamente dal governo Renzi nel 2015 e incluso nel decreto Dignità del 2018 dal governo gialloverde.
Questo strumento, come riportato da Avvenire, permetteva al Fisco di confrontare le entrate dichiarate dai cittadini con le loro spese effettive.
L’allarme del Fisco scattava solo nel caso in cui il reddito stimato superasse di almeno il 20% quello dichiarato.
In tale situazione, il cittadino avrebbe dovuto affrontare un doppio accertamento: prima una fase di contestazione delle discrepanze rilevate.
Poi un secondo concordato, con la possibilità di ridurre le sanzioni accettando il conteggio del Fisco. Con la fine del redditometro, il governo intende cambiare l’approccio alla verifica fiscale, concentrandosi su chi evade sistematicamente.
La misura vuole ridurre la pressione sui cittadini che dichiarano correttamente i loro redditi e consentire loro di operare senza sentirsi costantemente sotto osservazione.